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lunedì 31 gennaio 2011

Un giorno a Milano

Piccolo aneddoto su un banale fatto quotidiano con colpo
di scena finale

Faccio in tempo a mettere il sedere sul sedile di un taxi a Milano
e l’autista comincia il lamento. Pulizia delle strade, guidatori al
cellulare, tutti in giro nessuno lavora, il prezzo della benzina.
Un crescendo incontenibile, fin qui niente di strano. L’aspetto
è quello dell’assessore di Zelig (Paolo Cevoli) tarchiato, testa
tonda e pelata, accento meneghino. Si volta, vuole appoggio.
Rispondo a monosillabi, guardo fuori. Riparte, va tutto male,
politici, giornalisti, giudici, tutti uguali, tutti contro uno.
A casa sua fa quello che vuole le ragazze a Arcore le ho
portate anch’io. Resisto impassibile poi azzardo, B. è al
governo, come mai va tutto male? Crescendo finale sono
tutti corrotti anche chi gli fa la morale, la moglie e sorpresa
la figlia, con tanto di particolari da caserma.
Finalmente fine corsa, macchina ferma e colpo di scena,
se ne esce così: io ero socialista, Di Pietro mi ha arrestato,
non ho voluto parlare e mi sono fatto un bel po’ di galera.
E come mai non ha collaborato coi giudici, chiedo.
Non sono un infame, è la risposta agghiacciante.
Un politico o funzionario di partito che parla come un mafioso.
E ancora, se avessi parlato non avrei più trovato un lavoro,
ho due figli da mantenere. Davvero si vive in una società
totalmente permeata da una logica mafiosa e clientelare.
Allora perché stupirsi se nel paese dei corrotti comada
il re dei puttanieri. Non fa una piega.

1 commento:

  1. presentamelo, ti prego. è un pezzo di storia. e noi ricordiamo troppo poco.

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